“La Virgola della Selva di Sogno”


Tanto tempo fa, quando i sogni si posavano sugli alberi come la rugiada del mattino, esisteva un bosco che respirava piano, era la “Selva di Sogno”.

Si diceva che in quel luogo viveva una farfalla diversa da tutte le altre. Aveva le ali di rame arricciate come foglie d’autunno, e proprio nel mezzo, un segno bianco a forma di virgola come se avesse interrotto una frase che nessuno aveva mai finito di leggere.

Poco lontano, esisteva un villaggio nascosto tra le colline di faggio e castagno. Gli abitanti vivevano in pace, ma soffrivano di un male misterioso, nessuno riusciva più a sognare. I bambini nascevano senza immaginazione, gli uomini e le donne correvano affaccendati senza mai fermarsi, gli anziani morivano senza ricordi.


Lì, viveva Aurora, una bambina che faceva domande strane e parlava con i gatti. Nessuno la prendeva sul serio, tranne forse il vento, che la ascoltava con attenzione. Una sera, quando la luna era solo una fettina d’oro nel cielo, Aurora seguì il sentiero del muschio fino al cuore del bosco. Lì trovò la farfalla, sospesa come un pensiero che non osa cadere.

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Aurora nella “Selva di Sogno”


«Chi sei?» sussurrò Aurora.

La farfalla parlò con voce sottile:

«Io sono, Virgola, l’ultima custode del Silenzio,

Il mondo ha dimenticato come ascoltare ciò che non si dice,

e custodisco i momenti in cui tutto si ferma: il respiro prima del pianto, il battito prima del bacio, l’attesa prima della musica

Aurora restò in silenzio.

Sentiva che in quella pausa c’era tutto ciò che il suo villaggio aveva dimenticato.

Così tornò entusiasta al villaggio e insegnò a tutti l’arte della virgola: fermarsi, ascoltare, sognare senza fretta.

Poi chiese a tutti di riunirsi al tramonto, in silenzio, senza canti né parole.

E quando il sole sfiorò l’orizzonte, la Farfalla, insieme ad altre suo compagne, comparvero a centinaia, portando con sé i sogni perduti.

E da quel giorno, ogni volta che qualcuno sente un momento di quiete inspiegabile, una pausa nei pensieri, una virgola sospesa nell’anima, o che smette di parlare e guarda il cielo senza motivo, la farfalla torna a farsi vedere, è la Polygonia c-album, custode del mondo interiore.

Ma solo per chi sa credere alle pause, ai silenzi, e alle bambine che parlano con i gatti.

(Immagini create con supporto AI (Microsoft Copilot), editing luci e colori da parte mia.)


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Tutto è, e non è niente

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